La scelta del tipo di pavimentazione

In generale, ma soprattutto in questo settore, non basta progettare il pavimento utilizzando soluzioni già adottate in condizioni di esercizio simili procedendo con una filosofia imitativa nelle prescrizioni e nelle stesure dei capitolati, ma occorre analizzare in dettaglio ogni singolo caso specifico.

E’ necessario porre attenzione alle condizioni di esercizio a cui sarà sottoposta la pavimentazione e quindi dimensionarla adeguatamente, tenendo in conto un certo “margine di sicurezza” che ci garantisca l’idoneità del pavimento anche se le condizioni di esercizio nel tempo dovessero essere parzialmente modificate. Nella scelta del tipo di pavimentazione è quindi fondamentale conoscere il genere di attività e le sollecitazioni alle quali sarà sottoposta la pavimentazione.

Cieffe Group | La scelta del tipo di pavimentazione
Cieffe Group | La scelta del tipo di pavimentazione

Vi sono infatti prodotti eccellenti come le nostre ceramiche, che tutto il mondo ci invidia, che possono essere la soluzione migliore per la pavimentazione di ambienti civili o uffici, ma non sono adatti agli ambienti industriali di produzione, di magazzino, di stoccaggio di liquidi corrosivi o di rifiuti, ecc.

Le pavimentazioni in resina garantiscono invece un “pacchetto” di prestazioni molto ampio che altri materiali non sono in grado di offrire: dalla continuità all’impermeabilità, dall’elevata resistenza chimica a quella meccanica, ecc. Una pavimentazione resinosa può quindi resistere a sollecitazioni di tipo chimico come liquidi basici o acidi, solventi, soluzioni detergenti per la pulizia e la disinfestazione senza denunciare variazioni di aspetto, o peggio, fenomeni di assorbimento delle sostanze chimiche stesse; oltre a questo, garantisce una perfetta impermeabilità rispetto alle sollecitazioni dovute a fattori idrici, tipo quelli atmosferici singoli o in diverse combinazioni, e il contatto con l’acqua. Non meno importante è l’ottimo comportamento offerto rispetto alle sollecitazioni di tipo meccanico, i carichi statici distribuiti o concentrati, o il transito pedonale e veicolare, gli urti per caduta che possono provocare come effetto deformazioni, lacerazioni, abrasioni, scheggiature, distacchi del rivestimento; sono anche antisdrucciolo.

Soluzioni dedicate

In relazione allo spessore dello strato applicato, le pavimentazioni resinose selezionate e impiegate dalla Cieffe s.r.l. nel settore enologico, possono essere suddivise in 4 categorie:

Impregnazione semplice e a saturazione

L’impregnazione viene effettuata con l’applicazione a rullo, a pennello o a spruzzo di resine molto fluide in soluzione a 1 o 2 componenti. Queste resine devono avere bassa viscosità, assenza di pigmenti e cariche che potrebbero restare in superficie ed ostruire pori interrompendo l’impregnazione.

L’impregnazione ha lo scopo di saturare i pori del calcestruzzo, senza formare una pellicola continua superficiale; può essere semplice o a saturazione e trova impiego nei magazzini di stoccaggio delle materie prime e/o di stoccaggio del prodotto confezionato.

Impregnazione semplice

Il trattamento del supporto avviene con prodotti impregnanti, trasparenti, che hanno la capacità di penetrare in profondità nelle porosità del cls. senza realizzare però un film a spessore. Con l’impregnazione semplice si ottiene come requisito prestazionale fondamentale quello di antipolverosità.

Impregnazione a saturazione

Il trattamento del supporto avviene con prodotti impregnanti e trasparenti, capaci di saturare completamente i pori del cls. senza peraltro realizzare un film di apprezzabile spessore. Con l’impregnazione a saturazione si ottiene, oltre al requisito prestazionale di antipolverosità, anche quello dell’indurimento superficiale. Un pavimento ben impregnato con resina cessa quindi di sfarinare e sgretolarsi, consentendo una migliore pulizia e facilità di lavaggio. Per quanto riguarda l’applicazione delle due tipologie, è necessario che il supporto sia perfettamente pulito ed esente da umidità, in quanto quest’ultima diminuisce la profondità di penetrazione capillare della resina.

La quantità di prodotto da applicare è naturalmente in funzione della struttura e della porosità del supporto.

Pavimentazione a film sottile e a film sostenuto

Questi tipi di pavimentazioni, che svolgono prevalentemente la funzione di antipolvere e protezione della superficie, sono formati solitamente da film di elevata durezza e resistenza all’abrasione, che rendono il cls. vetrificato in superficie e quindi impermeabile, lavabile, esteticamente gradevole e privo di sfarinamento.

Rappresentano inoltre una finitura resistente agli agenti fisico-chimici e non hanno confronto economico con alcuna altra soluzione tipologica. Possono essere caricati e pigmentati. Lo spessore di un pavimento a film sottile è solitamente fra 50 e 200 microns. Lo spessore di un pavimento a film sostenuto è superiore a 200, fino a 2000 microns. Per le pavimentazioni a film si possono utilizzare resine di tipo diverso, in funzione alle caratteristiche desiderate dal punto di vista della resistenza chimico-meccanica e può essere realizzato sia liscio che multistrato, con finitura antisdrucciolo.

Le pavimentazioni a film vengono effettuate a rullo, a pennello, a spruzzo o a spatola. Come per i prodotti impregnanti, le pavimentazioni a film sottile/sostenuto sono di semplice applicazione (possono essere applicate anche da personale di cantina), economiche e di facile manutenzione.

Pavimentazione autolivellante

Costituisce un manto protettivo che rende il calcestruzzo inattaccabile chimicamente e fisicamente, grazie ad uno spessore variabile a seconda della planarità del supporto che può raggiungere diversi millimetri senza variare le proprie caratteristiche, infatti i materiali impiegati induriscono per intima reazione chimica, senza cessione di solventi. Tali materiali fanno della monoliticità la loro principale caratteristica rispetto ai materiali tradizionali quali ceramiche, ecc., i quali, anche se composti da materiali particolarmente pregiati, non possono offrire l’assenza di giunto tra singoli elementi. Il loro spessore può variare fra 1,5 e 3 mm.

Offrono inoltre la possibilità di seguire ogni interruzione del piano, offrendo la possibilità di interventi di pavimentazione in locali ove vi sia la presenza di attrezzatura non eliminabil temporaneamente, ma sia comunque richiesta la monoliticità del pavimento e la sua rapida esecuzione: locale imbottigliamento, stoccaggio sfusi, ecc.

Rivestimento multistrato

Rappresenta il fiore all’occhiello della Cieffe. Viene realizzato sovrapponendo più applicazioni e inserendo del materiale inerte, di specifiche caratteristiche, in genere quarzo, al fine di incrementare lo spessore del rivestimento. La norma prescrive uno spessore compreso tra 1,5 e 5 mm, anche se la buona pratica suggerisce di partire da 2 mm.

Vantaggi:

  • antipolverosità;
  • impermeabilità;
  • resistenza superficiale all’abrasione;
  • resistenza agli urti;
  • adesione al supporto;

  • se richiesta: leggera correzione di planarità;

  • aspetto: superficie uniforme, senza vaiolature, cavillature, distacchi o bolle, finitura ruvida.

Le ottime caratteristiche di resistenza meccanica delle resine epossidiche abbinate alle altrettanti ottime caratteristiche di resistenza alle graffiature della resina poliuretanica, ci hanno permesso di sviluppare un ciclo di lavorazione multistrato all’avanguardia nel settore Enologico.

Eseguito con resine trasparenti ed inerti policromatici appositamente selezionati, permette di ottenere effetti granigliati di piacevole effetto. Consigliamo l’applicazione del rivestimento in tutti i locali di lavorazione di cantina: vinificazione, imbottigliamento e stoccaggio.

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